#M**Bun

Dalla censura subita all’elemento identitario. Gli asterischi, nati come stigma imposto dalle multinazionali, diventano simbolo di autenticità e libertà d’espressione per il ristorante piemontese che ha rivoluzionato il fast food tradizionale. 

Min**ia che campagna!

Min**ia che campagna!

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Nato come antagonista delle multinazionali, M**Bun fu protagonista di uno scontro che fece storia, costretto alla censura dal potente di turno. È da lì che arrivano gli asterischi nel nome: simbolo dell’ipocrisia del potere. Ma quello che doveva essere uno stigma si è trasformato in un’icona potente. Una firma visiva che oggi permette al brand di dire ciò che vuole, senza forzature, senza volgarità. L’unico brand legittimato, anche storicamente, a farlo.

Perché quegli asterischi sono diventati libertà d’espressione. E ancora una volta, una presa di posizione. Un ritorno alle origini, sì. Ma soprattutto: la riconferma di un’attitudine rivoluzionaria e genuina.

Diciamo le cose “panino al panino”

Per raccontare M**Bun, abbiamo sviluppato una strategia di comunicazione distintiva, in grado di valorizzare l’autenticità e l’ironia del brand.
Il nostro approccio ha combinato: analisi del brand e del mercato per capire dove M**Bun si posiziona rispetto alle multinazionali del fast food e quali valori comunicare; definizione del tono di voce diretto, genuino, senza fronzoli; concept creativo multisoggetto con campagne integrate, come affissioni in città e contenuti social, che parlano a pubblici diversi senza perdere coerenza.
Il risultato? Una comunicazione che torna alle origini del brand, senza rinunciare alla modernità e alla capacità di sorprendere. Come si dice? Pane al pane… anzi, “panino al panino”.